
Progetto
Casa Clima
Una casa
ecologica
conveniente
Trasformare una vecchia casa in una Casa Clima conviene anche economicamente. Pozzebon ha contribuito a realizzare questo progetto futuristico con serramenti e pavimentazione.
Graziano Rossetto, ingegnere coneglianese, si è fatto una "Casa Clima", in cui le spese di acqua, luce e gas vengono azzerate e dove l’aria è sempre fresca e pulita, nonostante gli infissi siano ben serrati. Una casa da cui traggono beneficio gli inquilini, l’ambiente, e le tasche. Rossetto, per esperimento professionale e benessere personale, ha trasformato un’abitazione degli anni ’50 in una CasaClima (certificata).
Con gli interventi che avrebbero trasformato l’edificio in una "Casa Clima" (secondo il protocollo dell’Agenzia per l’Ambiente di Bolzano), certificazione che si basa su standard trasversale, i costi energetici e le emissioni di anidride carbonica sarebbero stati notevolmente ridotti. Ma la casa aveva bisogno di adeguati interventi di miglioramento energetico.

Prima dell’intervento
Rossetto, nel 2008, assieme alla moglie ed ai suoceri, diventa proprietario della casa e decide di affrontarne la riqualificazione energetica. Da un punto di vista impiantistico, l’edificio era asservito da una caldaia a gas da 46,5 Kw con bollitore integrato da 100 litri, una distribuzione del calore e dell’acqua calda sanitaria con tubazioni isolate con foglio di giornale all’interno delle murature e semplicemente appoggiate sul ghiaione per la distribuzione al piano terra.
Le stanze erano riscaldate da termosifoni in acciaio/ghisa molto imponenti e posti su nicchia sotto le finestre. L’edificio consumava un equivalente di 25 mc di metano per metro quadro di superficie netta, all’anno (Classe energetica G). Il conteggio dei consumi era di 5.204 euro all’anno solo per il riscaldamento invernale. Se ci aggiungiamo anche la produzione di acqua calda sanitaria, la casa superava i 6.000,00 euro di costi energetici.
L’intervento
Questo, si poteva ottenere solamente coibentando molto bene l’involucro edilizio - spiega Rossetto che in questa maniera ha agito - Vanno curate tutte le parti: la zona in appoggio al terreno, le murature a divisione con zone non riscaldate e con l’esterno, il solaio o il tetto di copertura. Vanno eliminati del tutto i ponti termici lineari e quelli puntuali ed installate finestrature performanti, sfruttando l’illuminazione naturale e i guadagni gratuiti dati dal sole. Nel contempo ci si deve orientare verso le energie rinnovabili, il sole nel nostro caso, mediante l’utilizzo di impianti del tipo fotovoltaico e solare termico.
Il concetto sul rinnovabile, è molto semplice - puntualizza l’ingegnere - c’è un’energia più rinnovabile del sole, del vento, della terra, dell’acqua ed è quella che non consumiamo. Ecco l’importanza di creare un involucro, che sia il meno disperdente possibile. Una serie di interventi progettati e sostenuti da Graziano Rossetto hanno creato questo mix di soluzioni ad alta performace energetico. Per prima cosa si è agito sul piano terra: ci doveva essere il minor scambio termico possibile con il terreno: e via di calcestruzzo alleggerito, pannelli in poliuretano espanso, nylon a tenuta contro la risalita di umidità. Si è poi proceduto alla coibentazione di davanzali, finestre e porte.
È stato isolato il sottotetto, e creato un piccolo ampliamento costituito da un garage e da un nuovo volume ad uso cucina. Sono stati ridimensionati i fori, le finestre, le porte. È stato poi installato un cappotto performante in pannelli di poliuretano espanso tipo polyiso. Il tutto è stato poi verificato con prove sul posto, dalla verifica sulla trasmittanza delle murature, alla prova di tenuta all’aria dell’edificio fino all’indagine termografica spinta fino alla verifica di tenuta termica dei serramenti. Quest’ultimi sono stati anche oggetto di una verifica sperimentale presso un istituto autorizzato che ne ha certificato la performance termica. Per finire, si è pensato all’impiantistica.

La climatizzazione interna, sia invernale che estiva, - spiega Rossetto - ora è garantita da 3 pompe di calore aria/aria con recupero del calore, ricambio e filtrazione d’aria, con efficienza del 92%. Ciascuna macchina tratta un massimo di 400 mc di aria e lavorano in completa autonomia di zona. Un sistema di canalizzazioni distribuisce la climatizzazione fra le varie stanze, aspirando l’aria viziata e calda dalla zone sporche della casa (cucina, bagni, lavanderia, ripostigli) e distribuendo l’aria climatizzata preriscaldata dal calore recuperato, a tutte la altre stanze dell’edificio. In questo modo viene a crearsi una situazione di omogeneità e confort abitativo all’interno dell’edificio, senza avere aria in percepibile movimento e garantendo un ricambio d’aria efficiente senza l’apertura di finestre. In tal modo si evita che, in inverno, il calore venga disperso all’esterno a causa del necessario ricambio d’aria che si farebbe aprendo le finestre e d’estate, analogamente, che entri il calore.
Anche l’acqua, va scaldata. Due delle tre macchine di climatizzazione forniscono anche acqua calda sanitaria caricando un pouf da 200 litri dedicato, posto in serie con un bollitore del solare termico da 300 litri con il quale scambia calore. Infine l’edificio, per una questione di "cuore", - continua l’ing. Rossetto - è servito da un sistema formato da stube a legna avente un rendimento energetico certificato superiore al 75%.
La domotica
Rossetto, già che c’era, ha voluto farci il vezzo. Tutta la gestione interna della parte elettrica e controllo luci, macchine ed elettrodomestici, sistema di video sorveglianza, rete locale e gestione da remoto dell’edificio è stato implementato con domotica nel sistema Home PLC (HPLC) implementabile anche in un futuro. L’impianto elettrico e speciale dell’abitazione DOMOTICA utilizza sistemi distributivi evoluti affidando la comunicazione tra essi ad un bus di campo a più livelli.
In pratica, con il suo cellulare, l’ingegnere può controllare la casa, alzare le tende filtranti, spegnere il riscaldamento, accendere le luci. Il tutto, a distanza. E in qualsiasi momento. L’impianto di illuminazione, in parte già asservito da luci a led ad alta potenza e bassissimo consumo, è stato implementato pensando di utilizzare nel prossimo futuro solo illuminazione a led. L’illuminazione esterna dell’edificio, ad esempio, consuma solo 60 watt di corrente, garantendo un’ottima luce notturna. E tutto questo è stato reso possibile anche, e soprattutto, grazie ad una equipe affiatata di collaboratori ed aziende che hanno creduto in questo progetto e che hanno dato tutti il loro contributo. Per non parlare dei familiari - continua l’ingegnere - che dopo un primo momento di scetticismo, hanno creduto nel risultato finale. Ed ora ne sono felici!

Il risultato finale
Graziano Rossetto, invece di spendere per acqua, luce e gas, guadagna. E lo asserisce a conti fatti. La casa è monitorata costantemente. Nel periodo invernale i costi energetici di climatizzazione e produzione ACS della casa risultano essere stati 1.018,00 euro. Rossetto tira le somme. Le altre spese per l’utilizzo e la gestione della casa - rende noto l’ingegnere - ammontano a 430 euro per la climatizzazione estiva con relativa produzione di acqua calda sanitaria da pompa di calore e 713 euro per la rimante gestione elettrica. In casa non c’è il gas e la cucina è asservita da un efficiente piano ad induzione elettrica.
Si tenga presente che stiamo parlando di un edificio avente 283 mq di superficie utile calpestabile!. E’ da considerare che il piccolo impianto FV garantisce, nel mio caso, un recupero economico annuale di circa 2.000 euro di incentivo (da sottrarre ai costi sopra menzionati), oltre al risparmio dato dai KW prodotti e direttamente utilizzati, nonché alla quota di elettricità venduta all’ENEL, perché non direttamente utilizzata. Il conto economico - energetico complessivo (senza tener conto del recupero del FV) è presto fatto: 2.161 euro annui. Se poi sottraiamo il contributo GSE e la mancata spesa per utilizzo diretto dell’energia prodotta e la vendita del surplus di produzione all’Enel, andiamo ad azzerare le spese energetiche (...anzi ad averne un utile).

Il sogno di tutti diventa un sogno accessibile!
Si tenga presente - risponde Rossetto - che l’extra costo necessario per raggiungere un livello qualitativo ed energeticamente soddisfacente, rispetto ai minimi di norma, consiste in un 10-15% di spesa in più nelle ristrutturazioni e un 5% sul nuovo. Questo si traduce in un ammortamento del maggior costo iniziale, che va dai 10 ai 15 anni. Se poi ci aggiungiamo i benefit dati dai recuperi fiscali del 55% o della ristrutturazione edilizia, i tempi di ritorno si dimezzano”. Insomma, un pò di più si spende, inizialmente. Ma, nel giro di qualche anno, ciò che è stato speso ritorna in tasca. E poi comincia il guadagno.
Senza tener conto del benessere, confort abitativo e risparmio energetico, che a detta dell’ingegnere - non hanno eguali ed è fondamentale poterli perseguire nel bene nostro e di tutta la comunità. Un benessere che è ancora sfruttato da pochi. Se consideriamo - spiega Rossetto - il fatto che i dati ISTAT del nostro paese riportano 7,1 milioni di edifici ad uso abitativo costruiti prima del 1971 ed altri 3,2 milioni costruiti tra il 1972 ed il 1991, possiamo immaginare il buco energetico che solo questi creano ogni anno. La prima legge sul contenimento energetico, infatti, fu varata nel 1976 in seguito alla crisi economica provocata dal petrolio.
A seguire venne varata nel 1991 una legge che cercò di regolamentare le costruzioni dal punto di vista degli isolamenti e dell’impiantistica. Ma era ancora poca cosa. Ne risulta che il grosso del patrimonio edilizio è precedente alle prime due leggi in materia energetica, ma anche gli edifici che vennero costruiti in periodo legiferato hanno caratteristiche ben lontane dagli standard imposti dalle direttive europee, ma soprattutto dal concetto di edilizia sostenibile. Insomma, le nostre città sono ancora lontane da quel benessere a cui tutti dovremmo auspicare. L’ingegner Rossetto, sperimentando e vivendo, ha fatto un grande passo. Che tutti noi, consiglia dovremmo seguire.
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